Welfare

Il trend economico del settore farmaceutico in Italia.Cresce la ricerca ma cala l’occupazione

Vita focus

di Christian Benna

Una crescita degli investimenti pari al 4,2%, superiore a quella del settore manufatturiero. Ma in un anno c?è stata una perdita di circa mille posti di lavoro, su un totale di 73mila addetti. Un segnale che preoccupa, perché prelude ad una perdita di competitività

L’ elisir di lunga vita vale più di 22 miliardi di euro. A tanto ammonta il fatturato dell?industria farmaceutica in Italia.

Un comparto in salute, sebbene in preda ai profondi cambiamenti del mercato (introduzione dei ?generici?, liberalizzazione che ha aperto le porte dei farmaci ai supermercati e consumi che crescono meno rispetto ai Paesi dell?Unione europea), che ha registrato un aumento dei ricavi del 3,1%. Le esportazioni dei medicinali, poi, viaggiano al galoppo, +6,9% rispetto al 2005. Il saldo estero, tra import ed export, è perciò positivo, pari a 1,2 milioni di euro, a testimonanza della specializzazione internazionale della produzione dei medicinali.

Un risultato raggiunto grazie all?impegno in ricerca & sviluppo: nel 2006 sono stati spesi complessivamente due miliardi in innovazione scientifica, per una crescita degli investimenti pari al 4,2%, superando quella del settore manufatturiero (3,1%).

Non va altrettanto bene l?occupazione nell?industria farmaceutica. Il trend infatti è negativo, con la perdita di circa mille posti di lavoro su un totale di 73mila addetti. Un segnale che evidenzia le prime crepe di perdita di competitività del settore costretto, per rimanere in sella, a ondate di razionalizzazioni, operazioni di fusioni industriali ed esternalizzazioni della produzione.

I farmaci al consumatore finale invece costano sempre meno, per effetto delle riduzioni dei prodotti rimborsabili e del blocco dei prezzi. Secondo l?indice Istat, gli italiani hanno sborsato in media il 3,7% in meno per l?acquisto di mediciali. Malgrado la corsa dei consumi sia ferma all?1,1%, la spesa pubblica e privata per farmaci resta alta, intorno ai 19 miliardi.

Nel confronto internazionale la spesa farmaceutica in Italia è inferiore a quella di quasi tutti gli altri Paesi europei, sia in euro pro capite (Italia 324,8; Francia 518, Germania 460, Regno Unito 393, Beglio 421, Usa 1.200, Giappone 560) sia in termini di incidenza sul Pil (Italia 1,29%, Francia 1,83%, Germania 1,64%, Belgio 1,41%, Usa 3,39%). Le imprese del settore farmaceutico che operano in Italia sono complessivamente 340 (materie prime e specialità medicinali), il secondo gruppo per numerosità all?interno dei Paesi europei, con una densità, in termini di imprese per milione di abitanti, superiore a quella della media europea.

Le aziende produttrici di materie prime sono 97, mentre quelle di specialità medicinali sono 243, di cui 200 associate a Farmindustria, l?organizzazione confindustriale di settore.

La presenza farmaceutica è fortemente concentrata in cinque Regioni (Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto) che da sole determinano quasi il 90% dell?occupazione totale.

Tuttavia, pur se risulta più circoscritta in specifiche province o aree, l?industria farmaceutica ha una presenza rilevante anche in altre regioni sia nel Nord sia nel Centro-Sud. Per incidenza sul valore aggiunto, il Lazio è la prima regione, con oltre il 20% del totale manifatturiero (compreso l?indotto), seguita da Lombardia, Sicilia, Abruzzo e Toscana.

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